Breve storia vera. Sono le sette del mattino del primo giorno di Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba.
La scena si svolge nella piazzetta di fronte al padiglione del mercato del tartufo. Un drappello di cercatori si ritrova e si saluta. Tra loro si notano due sconosciuti: pantalone a mezza gamba, macchina fotografica, cappellino. Uno degli organizzatori si avvicina e chiede loro se può aiutarli…
La risposta entra negli annali della Fiera: “Siamo di Auckland, siamo arrivati ieri in Europa. Siamo qui a quest’ora perché ci teniamo a fotografare il primo tartufo in arrivo sul mercato nella stagione”. La Fiera del Tartufo a Alba è questa cosa qua: un oggetto di culto per gourmet e turisti per caso, pellegrini del gusto e appassionati di Italian style. Deve essere per questo che passeggiare tra gli stand della Fiera è un buon modo per immergersi in una Babele linguistica inimmaginabile.
“Primo quarto, luna crescente, fa crescere anche i tartufi”.
Era l’8 settembre di novanta anni fa quando, per poche ore, in mezzo a tanti prodotti della terra, trovava spazio la prima esposizione di tartufi nella Città delle Cento Torri. Nessuno immaginava che da lì sarebbe germogliato un fenomeno di portata mondiale.
Oggi la Fiera è innanzitutto il Mercato del Tartufo Bianco d’Alba. Migliaia di esemplari arrivano ogni sabato e domenica di ottobre e novembre nel centralissimo cortile della Maddalena. E qui arrivano anche turisti da oltre settanta Paesi attratti da un’esperienza unica. Sono tanti i gourmet che hanno compreso il vero punto di forza del tartufo bianco: l’unicità di ogni pezzo. Visitare il Mercato significa avere la possibilità di vedere, sentire il profumo, osservare le differenze tra migliaia di tartufi. E’ una sfida sensoriale straordinaria che gli organizzatori valorizzano in ogni modo. Innanzitutto garantendo la qualità del prodotto: una commissione di esperti del Centro Nazionale Studi Tartufo valuta i pezzi da esporre ad uno ad uno. Solo quelli che sono giudicati sufficientemente maturi e in buono stato di conservazione sono ammessi alla vendita. Ognuno di questi sarà poi venduto in un sacchetto numerato che consentirà sempre la tracciabilità del venditore.
Apprezzatissima è l’assistenza al consumatore. Gli stessi esperti, terminate le operazioni di controllo, diventano consulenti per il pubblico per fornire consigli, indicazioni per la conservazione, idee per il consumo e soprattutto per rispondere alle tante curiosità che ogni visitatore ha il desiderio di soddisfare.
Per i più interessati ad approfondire il tema, ogni giorno il Centro Studi organizza seminari di analisi sensoriale, utili al consumatore a rispondere alle domande più ricorrenti. Cosa è un tartufo? Come nasce e come si trova? Si può conservare? Come si utilizza a tavola? Visitare la Fiera deve essere un’esperienza unica. L’evento deve essere la modalità per sbirciare dietro le quinte di quello spettacolo sensoriale che è il Tartufo Bianco d’Alba.
Intanto in cucina si molano le lame degli affetta tartufi perché l’attesa è fortissima. Le condizioni meteo sono state straordinariamente favorevoli. Nell’inverno le nevicate sono giunte nella giusta quantità, tanta acqua nella tarda primavera, molti temporali estivi,
una temperatura mai eccessiva che ha consentito al terreno di non inaridirsi. Praticamente un meteo da manuale che fa pensare a tutti che sarà un’annata felicissima, dopo una serie negativa frustrante. Il 2018 promette benissimo anche per la qualità. Il terreno mantenuto fresco da piogge e temporali non solo dovrebbe essere generoso in termini quantitativi ma anche capace di offrire tartufi buonissimi.
Tutti pronti quindi per il 6 ottobre, quando apriranno i battenti, forse con un paio di viaggiatori neozelandesi, anche se la scena si è ripetuta lo scorso anno con una coppia californiana…
In ogni caso tutti i visitatori saranno accolti dall’immagine guida che marchia tutta la fiera 2018: il tartufo e la luna. Forti del grande lavoro antropologico svolto per predisporre la candidatura Unesco a patrimonio immateriale, gli organizzatori hanno voluto dedicare la stagione alla luna, vera protagonista di ogni chiacchiera tra cercatori per tutto l’autunno. Ovviamente la scienza micologica fatica parecchio anche solo a parlare dell’argomento, ma ogni cercatore conosce a memoria le fasi lunari autunnali. “Primo quarto, luna crescente, fa crescere anche i tartufi”. Quindi le istruzioni per l’uso per quest’anno aumentano. Per visitare la Fiera si può consultare il sito www.fieradeltartufo.org. Per viaggiare nel Piemonte del tartufo si può scegliere il mese di ottobre, ricco di appuntamenti, folklore e feste di piazza, oppure novembre ancora festaiolo ma più freddo e quindi adattissimo per i gourmand che si vogliono attovagliare comodamente. Oppure dicembre, quando la fiera è ormai finita ma di tartufi ce ne sono ancora tanti, buoni e spesso a prezzi più che onesti. In ogni caso prima di partire ogni buon appassionato di tartufi può dare un’occhiata al calendario delle fasi lunari: nulla di scientifico, ma spesso funziona…