L’idea di creare l’Accademia e di sviluppare una cultura profonda sul tartufo nasce in una regione adriatica, qualche anno fa: per questo non possiamo che iniziare dalla bellezza morfologica di questa regione, le Marche, un oasi di paesaggi, morfologie e borghi incantati.
Qui tutto appare bello ed invitante, il cibo ed il vino di questo mondo rispecchiano questa sensualità. Intensità olfattiva e gentilezza gustativa caratterizzano gli aggettivi di una cucina millenaria che si distingue per la sua straordinaria originalità. È una terra di tartufo bianco pregiato ma anche di nero invernale, di bianchetto e di “golosissimo” scorzone.
È l’occasione per presentarvi la nostra Sederegionale nelle Marche, Hotel Ristorante il Marchese del Grillo di Serena e Mario D’Alesio a Fabriano: un ambiente elegante ma dove la disponibilità della famiglia D’Alesio mette i propri ospiti in un clima di assoluta armonia. Il cibo è tutta creazione di Serena dove la cura e la ricerca della produzione tipica è espressa con continue novità, di terra e di mare. La cantina è l’altro aspetto di gran cura ed attenzione, gestito da Mario, già premiata come miglior carta dei Vini della regione Marche. Che dire, Mario, Serena, sarà insieme all’Accademia una nuova grande avventura e siamo sicuri che i tartufi saranno da voi “ospitati“ nel modo che meritano
Ma è anche la giusta occasione per presentarvi le Marche e in quello che l’Accademia intende per qualità e tipicità, Per esempio, dei tagliolini di Campofilone appena scottati con Casciotta fresca di Urbino, spolverati con un bianchetto marzuolo e accompagnati con un Verdicchio dei Castelli di Jesi superiore DOC: li consigliamo in uno dei caratteristici ristoranti del centro di Fermo, guardando il mare in lontananza, in un pranzo di primavera mentre programmiamo la vicina estate insieme ai nostri affetti più cari .
E che dire di una crescia (piadina marchigiana) calda e piegata a “calzone“ con dello scorzone “aestivum“ grattugiato, il tutto accompagnato dallo straordinario prosciutto di Carpegna in una magia di aromi e sensualità uniche: completiamo questa totale armonia con uno spumante Bianchello del Metauro: uno spuntino da fare adesso , in riva al mare sulle spiagge di Marotta, carezzati dal vento e dalla salsedine, per capire e gustare la poesia di un piacevole abbinamento cibo-paesaggio.
Ecco una diversa interpretazione di un Vincisgrassi senza pomodoro, con ricca besciamella dove abbiamo “scagliato“ un nero invernale mentre la grande tradizione si fonde con gli aromi del sottobosco, terra umida, viva e avvolgente, con ricordi di purezza naturale come quella del bosco: la madre creativa del tartufo. In bocca apprezziamo morbidezze, cremosità con note di struttura tattile ed infiniti, profondi profumi.
Occorre un rosso profumato ed unico, inimitabile, senza esagerare nella struttura ma con leggeri ricordi tannici e di freschezza fruttata: un Lacrima di Morro d’Alba DOC. Un matrimonio di puro amore e di grande passione. Un pranzo affascinante nel profondo inverno , davanti ad un falò in uno dei mitici Borghi perduti nei leggendari boschi della Cerreta o del Monte Simone e Limoncello: il regno delle Fate!
E perché non provare un crostino caldo con un ricciolo di burro e ciauscolo (un salame ottenuto con vino cotto) gratinato, reso nobile e elegante con delle scaglie di bianco pregiato, si può così unire tradizione, semplicità e classe! È un antipasto elegante, intenso e pieno di fascino, la bocca lo apprezzerà totalmente vivendo un momento fatto da succulenza tattile, grassezza gustativa ed una esplosione di interminabili profumi: è il momento di un grande rosato fatto con uva montepulciano, una Marche rosato IGP, fresco, di gran corpo ma elegante con aromi di rose, ribes e melagrana, l’estasi!
È possibile provarlo sono in autunno, nelle scogliere del Conero, insieme a profumi di fresca salsedine, sotto le prime mareggiate di un mare che l’uomo non potrà mai domare .
E chi non ha mai degustato delle accattivanti olive fritte all’ascolana dove si è incorporato del nero invernale? Aromatiche, straordinariamente profumate, croccanti e poi polpose, da servire calde, una nota armonica e di lunga saporosità, sono un piatto completo, un cibo assoluto, ci ricordano la terra dove sono preparate, siamo nell’area più a sud, nel piceno, un’area paesaggistica fantastica, compresa tra l’Appennino e l’Adriatico: serate limpide e azzurre, aromi di alte conifere ma anche profumi di mare e di tiglio in fiore .
È l’occasione per un brioso spumante, una passerina Terre di Offida DOC, inteso e avvolgente, le bollicine toccano appena la nostra bocca in una danza cremosa e fruttata. Lo abbiniamo chiudendo gli occhi con la consapevolezza di essere in un paesaggio meraviglioso che sentiamo già di amare, con grande passione, rispetto e ammirazione